Eccomi incredibilmente in anticipo rispetto ai miei soliti
tempi: perché mai?!
Un po’ perché questo mese o facevo così o rischiavo di non
farcela, un po’ perché questa volta, come mi capita raramente, ho avuto la
folgorazione.
La sfida MTC di questo mese sul “brodetto dell’ Adriatico”
voluta dalla superba (accettatemi l’aggettivo, e leggetelo con sola
connotazione stra-positiva) AnnaMaria di “La Cucina di qb” mi ha intrigato da subito.
Chissà poi perché, poiché io di base non sono molto amante
dei pesci cotti: vivrei di crudi, di qualunque natura, tanto per capirci.
Però….
Però gustare una buona zuppa di pesce ogni tanto mi piace.
A maggior ragione se ha anche una storia dietro.
E allora mi sono documentata, perché in effetti non avevo
neanche troppo ben chiaro cosa si intendesse dall’ altro lato d’ Italia con il
termine “brodetto”.
Trattasi di zuppa di pesce, di origine antica; una zuppa
cosiddetta “di bordo”, creata cioè dai pescatori con il pescato che per ragioni
di qualità o di quantità non poteva essere venduto.
Il “brodetto” è quindi caratterizzato da una cottura tutto
sommato veloce, dalla presenza immancabile di una componente acida (che sia
aceto o vino, o entrambi) e da quella del pane secco, quello che si poteva
conservare senza problemi nelle stive dei pescherecci, o ancora più
peculiarmente della polenta.
Detto ciò (e letta la proposta di AnnaMaria che porta sugli
altari della cucina il brodetto di Chioggia), non chiedetemi il perché e il
per-come, ma neurone1 e neurone2 hanno virato un attimo verso Sud e mi hanno
fatto fare rotta verso le Marche: regione che mi affascina da sempre, o per lo
meno da quando la mia severissimissima prof di lettere alle medie ce ne
decantava le bellezze ad ogni occasione (assolutamente a ragione).
Figuratevi poi studiando Leopardi (a memoria, si capisce… e
mi chiedo: lo faranno ancora oggi?!?) che azione di promozione turistica
faceva: ad ogni modo, un po’ per le poetiche ed il lirismo del buon Giacomo, un
po’ per il polso ferreo della prof, fattostà che a me ‘ste Marche son sempre
rimaste scolpite nella memoria, e ancora oggi ho il desiderio di andare a
visitarle (e prima o poi ce la faccio, lasciatemi un attimo di tempo).
Insomma, approdo quindi a Porto Recanati (e dove, se no?!?)
e scopro che da queste parti, o per lo meno su tutta la costa regionale, il
brodetto è un “must”, ma non esiste una ricetta codificata: in pratica ogni
zona ha la sua ricetta preferita.
Esistono però 4 ricette definite “storiche”, ed il “brodetto
di Porto Recanati” è una di queste.
Ed è quella che più mi ha stuzzicato perché è l’unica
“bianca”, che quindi non prevede l’uso del pomodoro.
Inoltre ha un’altra caratteristica fondamentale, quella di
impiegare la cosiddetta “zafferanella” del Conero, che contribuisce ad
arricchire e a connotare il gusto del piatto in maniera fondamentale.
Zampettando in rete di qua e di là ho anche scoperto che
proprio a Porto Recanati la prima settimana di Giugno ha luogo una
manifestazione dedicata: “La settimana del Brodetto” ; e che invece a Fano Lido
si tiene ogni anno il Festival Internazione del Brodetto e delle Zuppe di
Pesce: quest’anno sarà dall’ 8 all’ 11 Settembre (per info www.festivalbrodetto.it).
E chi l’avrebbe mai detto che il “brodetto” avesse intorno a
sé così tanto interesse?! Varrebbe la pena sponsorizzarlo ancora di più: e
grazie ancora ad AnnaMaria che me lo ha fatto conoscere.
Approfitto anche della vena poetica che mi è partita e vi
lascio anche una bellissima poesia dialettale dedicata proprio alla bontà del
brodetto: non parlo il marchigiano, ma si capisce tutto e il finale è una delle
cose più belle e poetiche che abbia mai letto!
“Quant’è bonu el brodettu purtannaru
che gustu sapuritu, marinaru
E’ n’arte antiga sempre più deffusa
nun ve so di’ pe’ fallu cusa s’usa.
De l’arte sua ve giuru so’ un sumaru
però quannu lu magnu
è celu e maru.”
(Luigi Sorgentini)
BRODETTO DI PORTO RECANATI
x 4 persone
(n.b. in fondo le note per la versione originale)
350gr seppie (da lavare e pulire)
400gr filetti di scorfano
400gr filetti di merluzzo
600gr filetti di gallinella
600gr cozze (da lavare e pulire)
500gr vongole
Brodo di pesce
Olio evo
1 cipolla grande
1 bustina di zafferano
2 bicchieri di acqua
2 bicchieri di vino bianco secco
Farina, sale, pepe q.b.
Pane tipo “gallette del marinaio”
Soffriggere la cipolla affettata sottilmente in abbondante
olio evo, aggiungere quindi le seppie tagliate a striscioline e rosolarle a
fuoco lento.
Ricoprire quindi con il brodo di pesce (per il fumetto a
regola d’arte leggere le indicazioni sul post di AnnaMaria) e poi aggiungere lo
zafferano (nella ricetta originale si usa la zafferanella del Conero).
Regolare di sale e pepe e lentamente portare a cottura.
Infarinare i filetti di pesce; mettere su fuoco minimo una
padella bassa, adagiare i filetti infarinati a strati (prima quelli più sodi,
poi quelli più teneri), aggiungere quindi le seppie già preparate.
Versare l’intingolo delle seppie, aggiungere acqua e vino,
regolare ancora di sale e pepe.
Alzare la fiamma; aggiungere cozze e vongole (che si
apriranno in cottura) e cuocere per circa 20 minuti con coperchio.
Importante: non toccare i pesci con il cucchiaio per evitare
che si rompano. Ogni tanto scuotere la padella per amalgamare i sapori.
Nel frattempo abbrustolire le fette di pane.
Disporne una per piatto e una volta pronto servire pesci e
molluschi e irrorare con l’intingolo.
*La versione originale prevede che i pesci vengano cotti in
pentola bassa di terracotta.
*I pesci generalmente utilizzati per la ricetta sono: coda
di rospo, scorfano, triglia, merluzzo, razza, palombo, seppie.
*La ricetta originale non prevede la presenza di cozze e
vongole, che io per mio gusto ho aggiunto.
Se voleste arricchire la zuppa con altri frutti di mare
tipici della zona sono ottime le canocchie e le lumachine.
Messaggio agli eventuali partecipanti o lettori marchigiani:
sentitevi liberi di correggere eventuali inesattezze, io ho cercato di trovare
informazioni il più precise possibili, per quanto concesso da internet!
Ho apportato qualche modifica, ma spero di avere
interpretato bene una bellissima ricetta che meriterebbe di essere conosciuta e
apprezzata anche da questa parte di Italia!
Con questa ricetta partecipo all’ MTC di Marzo:
Ma che meraviglia, Viviana!!!
RispondiEliminaUna bella ricerca della ricetta originale e un'esecuzione perfetta, che mi ha fatto venire voglia di provarla.
Credo che questa sia una delle sfide più belle in assoluto.
Grazie Mapi! Da una non grande amante delle zuppe di pesce questa devo dire che mi ha proprio fatto piacere doppia, prima quello di farla e poi quello di mangiarla!!
EliminaChe dire? :) Io sono marchigiana, a anche io come te ho preparato una ricetta della tradizione : bellissimo e gustosissimo brodetto! BRAVISSIMA!
RispondiEliminaOohhh grazie mille Tamara!!! Attendevo un riscontro da qualche concorrente marchigiano ed il fatto che tu mi "promuova" l'esecuzione mi rende molto felice!!
EliminaGrazie per essere passata!
Interessantissima ricetta, per me una vera novità! Fa davvero gola :)
RispondiEliminaGrazie Teresa, è stata una novità assoluta anche per me e ne sono davvero soddisfatta!
EliminaOra te lo dico: per me le Marche sono la regione più bella d'Italia. Più bella delle pur bellissime Toscana e Umbria, tanto per citare le mete più gettonate, nei dintorni. Ma le Marche rapiscono il cuore e tutti i sensi. Arte, paesaggio, gente e cucina- mettili nell'ordine che preferisci, perchè intanto sono sempre eccellenze. Come dimostra questo brodetto che ho avuto la fortuna di assaggiare in loco (leggasi:scofanarsi) e che tu hai realizzato in modo perfetto, preservandone tradizione e poesia, con una passione che ha lasciato il segno. Bravissima!
RispondiEliminaBella veramente, poi le ricette regionali le adoro
RispondiEliminaBrava!
Grazie per le tue parole Viviana e per la tua entusiastica ricerca. In effetti attorno al broetto gira un mondo ricco di sapori, di colori e soprattutto di tradizione. Da seguire e da rinnovare, come hai fatto con con la tua proposta. Grazie! Anna Maria
RispondiEliminaBellissimo riscoprire tutte le ricette regionali e tradizionali di questa ricetta!
RispondiEliminaOgni post è un ricordo di usi e costumi locali.. Splendido!