****SORRY! FILE FOTO DANNEGGIATI.... ****
“Ah che bell’ò cafè
Pure in carcere ‘o sanno fa
Co’ a ricetta ch’à Ciccirinella
Compagno di cella
Ci ha dato mammà”
(F. De André “Don Raffaé)
Ecco, se penso a Napoli mi viene in mente questa canzone; e
poi una serie di immagini legate ai cibi rappresentativi di questa città
pazzesca, mi viene in mente Funicolì Funicolà, il Vesuvio, mi vengono in mente i
colori, il vociare dei vicoli e tutta una carrellata di ricordi di posti
meravigliosi vissuti ai tempi di una bellissima gita scolastica.
Fatta questa premessa affascinante, si può facilmente
intuire che la scelta di Antonietta del blog “La trappola Golosa”, ultima
vincitrice dell’inarrestabile MTChallenge, mi sia stata particolarmente cara!
Vuoi perché mi piacciono da matti i dolci, e mi piace pure
produrli; vuoi perché “o babbbbbà” è uno spettacolo, e ho sempre avuto voglia
di farlo, ma fino ad ora non avevo ancora incontrato la ricetta che mi
convincesse.
Ecco, in mio soccorso arriva Antonietta con una ricetta che
è praticamente un testo sacro: seguendola alla lettera, anche per chi come me
lo affronta per la prima volta, si ottiene innegabilmente un vero e autentico
BABA’.
Ora, fin qui tutto perfetto.
Se non che, l’altra metà del cielo di casa, all’annuncio della
sfida mensile se ne esce con un lapidario: “Noooo, a me fa schifo il babà”.
Ecco, allora.
Parliamone.
A me queste frasi cacciate lì così, senza un minimo di
argomentazione mi mettono in circolo la bile.
A parte il fatto che perfino il Pargolo quasi quattrenne sa
che non si dice “che schifo”, perché 1) è maleducazione; 2) mi da tremendamente
fastidio.
Ma poi, ma come cacchio è possibile che non ti piaccia il
babà?!!!?!?!?!?!?!?
Infatti, dopo un’analisi un pochino più approfondita è
venuto fuori che l’unica esperienza del fattore N con questo dolce capolavoro è
stato con una versione alcolicissima, forse neanche granché fatta bene a
livello di pasta.
E considerando che costui non ama i dolci alcolici, ecco
bella e pronta l’avversione perenne nei confronti dell’incolpevole babà.
Ok, bisognava fargli cambiare idea.
Ho quindi
scelta di fare una bagna totalmente analcolica, e cosa scegliere, trattandosi
di dolce napoletano, se non “o café” ?!?
L’ho
aromatizzato con il cardamomo, che io amo molto, accompagnando poi il tutto con
un frosting vellutato, nel quale non ho resistito ad inserire un piccolo
richiamo al tradizionale rum.
Una
versione tutto sommato semplice, ma gustosissima, che finalmente ha sancito la
pace tra papà e babà.
BABA’ AL CAFFE’ E CARDAMOMO CON FROSTING AL RUM
(Io ho seguito la versione con il lievito di birra)
300gr farina Manitoba
3 uova grandi
100gr di burro (per me tedesco)
100gr di latte (per me anche meno)
25gr di zucchero
10gr di lievito di birra
½ cucchiaino di sale fino
Per la bagna
Caffè ristretto (caffettiera da 3)
1 litro di acqua
400gr di zucchero
1 cucchiaio abbondante di baccelli di cardamomo
Per il frosting
80gr di formaggio spalmabile
50gr di zucchero a velo
200ml di panna fresca
4 cucchiai di Rum (buono!)
Fase 1. LIEVITINO.
Ho sciolto il lievito in 50ml di latte tiepido con 1
cucchiaino di zucchero.
Ho poi
impastato con 70gr di farina: ho formato una pallina, l’ho coperta con un
canovaccio umido e l’ho fatta riposare per circa 1 ora e mezza (comunque fino a
raddoppio).
Fase 2. PRIMO IMPASTO.
In una ciotola ho versato il resto della farina, ho fatto la
fontana, vi ho rovesciato dentro il lievitino e le 3 uova.
Ho cominciato ad impastare per amalgamare gli ingredienti, e
a poco a poco (come suggerisce Antonietta 1 cucchiaio per volta) ho aggiunto
tanto latte da ottenere un composto omogeneo e dalla consistenza morbida (ma
non molle!!!).
Ho quindi impastato energicamente, sbattendo l’impasto verso
le pareti della ciotola, per circa 10 minuti (i bicipiti ringraziano).
Ho quindi
coperto nuovamente e lasciato lievitare per circa 1 ora e mezza.
Fase 3. SECONDO IMPASTO.
In una ciotolina ho lavorato il burro a pomata insieme allo
zucchero rimanente e al sale.
L’ho aggiunto quindi all’impasto, un cucchiaino per volta,
facendolo assorbire completamente prima di aggiungerne altro.
Ho lavorato quindi per 5 minuti.
Ecco, a questo punto io confesso i miei limiti, e confermo
di avere adagiato il tutto nella planetaria (anche se la versione dialettale
locale rende sicuramente meglio, cioè, ho “imbelinato”tutto nella planetaria)
lasciando che la tecnologia mi desse una mano, perché se no non ce la potevo
fare.
Ho lasciato impastare con forza per circa 20 minuti, poi, in
un rimorso culinario, l’ho lavorato ancora per 5 minuti a mano, giusto per
verificare che l’impasto avesse raggiunto le caratteristiche richieste, ovvero:
si deve staccare dalle mani, deve mantenere la forma tondeggiante se piegato e
si devono cominciare ad intravedere delle bolle d’aria.
(Specifico che nella versione per gente seria questo
passaggio, assolutamente fondamentale, sarebbe da eseguirsi su piano di marmo e
totalmente a mano, piegando e sbatacchiando con forza l’impasto più volte, per
circa 20 minuti).
Verificato che tutti i diktat fossero presenti, mi sono
detta soddisfatta.
Ho imburrato lo stampo e 4 stampini, perchè lo stampo unico mi sembrava troppo piccolo per tutto l'impasto; ho strappato 6 palline
di impasto e le ho disposte nello stampo grande, il resto l’ho suddiviso negli
stampini, riempiendoli per circa la metà.
Ho quindi coperto nuovamente tutti gli stampi con il
canovaccio umido e li ho lasciati lievitare per altre 2 ore (non è servito il
forno con luce accesa: 1) perché la luce del mio forno è tragicamente defunta;
2) perché in cucina era sufficientemente caldo).
L’impasto in questo caso deve triplicare.
A questo punto, ho acceso il forno a 220°, e raggiunta la
temperatura ho infornato lo stampo grande, abbassato subito a 200° e coperto
con foglio di alluminio dopo circa 10 minuti.
Terminata la cottura con altri 15 minuti.
Ho estratto lo stampo, l’ho lasciato raffreddare per 15
minuti, poi l’ho capovolto in una teglia abbastanza larga e con i bordi
rialzati (viene fuori istantaneamente).
Per la cottura delle monoporzioni invece ho portato il forno
di nuovo a 200°, poi ho infornato gli stampini e abbassato a 180°; fatti
cuocere per 20 minuti, e coperti con alluminio a metà cottura.
Fatti poi
raffreddare per 10 minuti, sformati (con lievissima torsione della cupoletta) e
coricati in una teglia.
Fase BAGNA.
Mentre babà grande e babà piccoli riposavano, ho preparato
il caffè ristretto, bello fortino, rigorosamente con al caffettiera (da 3).
Ho pestato grossolanamente i baccelli di cardamomo, li ho
versati nel caffè e li ho lasciati in infusione per tutto il tempo dell’ultima
lievitazione.
Quindi, mentre il babà grande cuoceva, ho preparato la
bagna: in una pentola ho messo 1 litro di acqua, 400gr di zucchero e il caffè
col cardamomo.
Portato a bollore e fatto sobbollire per 10 minuti.
Una volta sformati i vari babà, ho cominciato ad irrorarli,
filtrando la bagna.
Ogni 10/15 minuti raccoglievo quindi la bagna colata e
irroravo nuovamente, fino a quando i babà non rilasciavano quasi più liquido.
All’ultimo ho preparato il frosting.
Ho mescolato il rum con la panna, poi aggiunto il formaggio
e lo zucchero: con le fruste ho montato fino ad ottenere una crema ferma.
Ho quindi trasferito il babà grande in un piatto e decorato.
(I babà
piccoli sono finiti in un contenitore da portare a mamma e papà! ;-)
Ecco, le foto di sicuro non gli rendono giustizia, ma questa sopra mette comunque bene in evidenza la bella alveolatura che si è formata grazie al lavoro di braccia e alle diverse lievitazioni!
Tra l'altro, il giorno dopo era anche completamente inzuppato, mentre la sera della "creazione" presentava ancora qualche zona non completamente irrorata dalla bagna: ma avevo troppa voglia di assaggiarlo, e la sua leggerezza, nonostante il gusto ricco, mi ha ripagata totalmente!!!
La crema poi ha fatto la sua parte, completando la "rotondità" di questa meraviglia di dolce!
Grazie Antonietta per la ricetta strepitosa: è un tesoro da custodire gelosamente!!!
Ah, dimenticavo: missione compiuta.
E' finalmente pace fatta tra papà e babà!!!
Con Sua Maestà il Babà partecipo all' MTC di Maggio!
Qui, mi sembra di giocare a ping pong: antonietta lancia una ricetta strepitosa e tu rispondi con una rielaborazione altrettanto da urlo:perchè eliminare l'alcool dal babà è un'impresa mica da ridere, dalla quale esci ultra vittoriosa: il caffè al cardamomo è una di quelle esperienze ineffabili, che vanno solo provate (e riprovate e riprovate): e il frosting al rum, anzichè la classica crema a base di uova, è un'altra di quelle robe che vanno provate, per capire quanto siano versatili ed equilibrate. E vogliamo parlare dell'alveolatura? e del the day after? E soprattutto: ne vogliamo parlare a quest'ora? Non sarenne meglio portarmene un po'? :-) Gran bella interpretazione ed esecuzione perfetta: brava, brava, brava!!!
RispondiEliminaE no...non parliamone a quest'ora, che ce l'ho a casa, e sono in ufficio fino alle 15!!!!
EliminaGrazie Alessandra, ti porgo una fetta virtuale, anche se ci sarebbe stata anche quella fisica, visto che le dosi si sono rivelate molto generose!!
Grande Antonietta anche per questo!!!
Stupendo il tuo babà bagnato con il caffè aromatizzato cardamomo, non ho difficoltà a credere che abbia riportato la pace in casa ^_^
RispondiEliminaEh già! La versione è stata molto apprezzata, ma io sono estasiata dalla pasta: è uno spettacolo!!!!
EliminaGrazie Eleonora!
Stavolta sei partita subito! E sei partita alla grande! Bravissima, la tua versione al caffè è strepitosa, e forse riuscirebbe a far pace anche me col babà oltre che il papà :-) Io adoro i dolci, ma non quelli tanto inzuppati di alcool... Ma MTC mi vedrà dei suoi anche questo mese, qualcosa inventerò... a me piace tanto fare la pace :)))
RispondiEliminaCiao e a presto! P.s. fra qualche settimana verrò a Chiavari, chissà che non ti incontri da qualche parte...
Ma dai Valentina! Che bello sarebbe incontrarsi!!
EliminaDai, con le tue capacità dolciarie e la tua fantasia non dubito che riuscirai a fare un babà super, e a farci pace!!!
Grazie mille!
Grande! stupenda riuscita....complimenti
RispondiEliminaGrazie Antonella!
Eliminadavanti al caffè e cardamomo non mi ferma più nessuno e visto che le porzioni sono abbondanti, domani arrivo a Chiavari!!! un bacione!
RispondiEliminaAhahaha!!! Elena.....scusa......finitoooooo!!!!!!
Elimina:-)))
bagnare il babbà( si con due b sono campana iihihi ) è come il cappuccino con il cornetto ,buonissimo immagino che profumo con l'aggiunta del cardamomo
RispondiEliminacomplimenti
Grazie Veronica!
EliminaQuesto "babbà" ci è piaciuto assai!!!
Mi state dando un sacco di idee...
RispondiElimina....bene!!!!!!!!!
EliminaAttendiamo il tuo babà Cristiana!!
Mamma mia quanti ringraziamenti sbuffano nell'aria!!!
RispondiEliminaGrazie a te per averlo rielaborato con fantasia, bravura e passione e con una conquista finale, quella di farlo gradire al marito, lasciandogli perfino la nota di rhum che si sposa perfettamente con il caffè (quando faccio il tiramisù io metto sempre un goccino di rhum, però non ditelo in giro!)
Il tuo piccolo racconto di Napoli è impregnato di dolci ricordi,quasi nostalgico e se un giorno ti ritrovassi a passare di quà ora sai dove bussare, magari per poter fare un babà insieme.
Ti abbraccio forte
Antonietta, sarebbe bellissimo tornare a Napoli....prima o poi....chissà!!
EliminaTi ringrazio ancora per la ricetta che ha del miracoloso, e grazie anche dell'invito!!!! ;-)
bello, buono, profumato, soffice, voluttuoso e inebriante anche senza alcool.
RispondiEliminaDirei che le qualità ci sono tutte per fare di questa versione una realizzazione perfetta!
E poi vuoi mettere la soddisfazione di far cambiare idea a qualcuno? ;)
Esatto! Attraverso un dolce, poi, è la quadratura del cerchio!!
EliminaGrazie Loredana!
Davvero super, bella l'idea della bagna al caffè, soprattutto con quella punta di cardamomo. Io il caffè non lo posso avvicinare, però per questo babà farei un eccezione, e mi tufferei in quel frosting delizioso! Brava!
RispondiEliminaGrazie per la fiducia Monica!! ;-)
EliminaCuriosa l'idea del frosting, non sapevo come si realizzasse. Si imparano sempre cose nuove all'Mtc. Sembra buonissimo!
RispondiEliminaSe non lo hai mai provato fallo!!!
EliminaE' la classica copertura dei cupcakes....ma secondo me va bene in qualunque modo!!! Grazie Chiara!
bellissima interpretazione, mi piace molto l'idea del caffé e del frosting bianco, con quel che di rum che sembra quasi un vedo-non-vedo.
RispondiEliminae poi dal primo piano si vede che il babà in quanto tale ti è venuto benissimo
davvero bravissima!
Molte grazie!
EliminaCome ho già detto gli accostamenti mi sono piaciuti, ma un voto 1000 lo do alla pasta di Antonietta: di-vi-na!!!
anch'io devo dire che le affermazioni di schifo a prescindere mi fanno schifo ;-) la tua versione invece mi piace e la bagna al caffè e l'orario mi fanno capire che è l'ora di mettere su la moca. Buona domenica!
RispondiEliminaGrazie Lara!
EliminaIl caffé è solo quello nella moka, non c'è niente da dire! ;-)
Hai vinto una bella battaglia Viviana, con uno splendido babà che avrebbe conquistato chiunque! E poi 'idea del caffè per una caffeinomane come me è una manna: non vedo l'ora di provarlo! Grazie mille!
RispondiEliminaGrazie Daniela, mi sento davvero di poter dire che questo era veramente "nu babbbà" !!!
EliminaEcco, anch'io ho messo il frosting a completare il mio babà, però non mi è venuta la genialata di aromatizzarlo come hai fatto tu. Bravissima, un signor babà, profumato e ricco.
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