Quando ho
letto il tema della sfida MTC di Novembre proposta da Francesca immediatamente i due neuroni hanno cominciato a rimbalzarsi
l’immagine di Macondo che la mia fantasia di 15enne aveva prodotto quando
scoprii per la prima volta l’universo magico di Gabriel Garcia Marquez.
E’ stato come
un fulmine.
Poi ho pensato ad altri “mille” romanzi che mi hanno
emozionata, ad altre “tremila” canzoni che hanno risuonato nella mia testa e
nel mio cuore per anni o solo per qualche settimana; ma nessuna di queste
ipotetiche alternative è riuscita ad imporsi sulla prima scelta “di pancia”.
Quell’ indescrivibile atmosfera di incanto che ho vissuto
immergendomi nelle vite della famiglia Buendía non la posso paragonare a
nient’altro.
E’ un sentimento di meraviglia, recuperato attraverso il
ricordo di me a quindici anni con in mano quel libro che in tanti (me compresa)
definiscono “capolavoro”, ma che ebbe anche dure critiche, a cominciare da
quella illustre di Pier Paolo Pasolini.
A prescindere però dalle questioni meramente tecniche, nelle
quali per carità non mi voglio addentrare, ho voluto concentrarmi proprio sul
ricordo delle sensazioni che quella lettura mi ha suscitato.
Addentrarmi nelle contorte vicissitudini di ben sette
generazioni di Buendía, deliberatamente tutti con nomi simili, se non uguali in
diversi casi e di conseguenza nella parabola dell’ immaginifico paese di
Macondo, fondato, portato al suo apice di ricchezza e poi cancellato dalla
furia di un vento apocalittico giusto dopo un centinaio di anni, mi hanno
immersa nel cosiddetto “realismo magico”, simbolo dello stile di Marquez.
Mai definizione poteva essere migliore: i protagonisti del
romanzo potrebbero infatti essere persone reali, con le loro ambizioni, le loro
manie, i loro difetti, le loro smanie, ma vivono circondati da manifestazioni
surreali, a volte da episodi ultraterreni, in un’aura di sottile magia che
pervade tutto e tutti.
E’ questa a parer mio la grande forza del romanzo: quella di
filtrare le bassezze degli uomini attraverso un velo di magia, che serve a
rendere più tollerabile le miserie delle guerre e del profitto a tutti i costi,
rappresentato ad un certo punto dall’arrivo violento a Macondo della compagnia
bananiera americana.
Tra gli
innumerevoli personaggi che popolano il romanzo uno su tutti: il colonnello Buendía, eroico, ma chissà poi quanto, che passa il tramonto
della sua vita a fabbricare pesciolini d’oro.
“(…)
Allora il colonnello Aureliano Buendia levò la sbarra, e vide slula porta
diciassette uomini dei più diversi aspetti, di tutti i tipi e colori, ma tutti
con un fare solitario che sarebbe stato sufficiente per individuarli in
qualsiasi angolo della terra. Erano suoi figli. Senza mettersi d’accordo, senza
conoscersi tra loro, erano arrivati dai più nascosti angoli della costa,
attirati dagli echi del giubileo. Tutti portavano orgogliosamente il nome di
Aureliano, e il cognome della loro madre. Durante i tre giorni che rimasero in
casa, con grande soddisfazione di Ursula e scandalo di Fernanda, causarono
trambusti di guerra. Amaranta cercò tra antiche carte il libretto dove Ursula
aveva annotato i nomi e le date di nascita e di battesimo di tutti e aggiunse
nello spazio che corrispondeva a cadauno il domicilio attuale. Quella lista
avrebbe permesso di fare una ricapitolazione di vent’anni di guerra. Vi si
sarebbero potuti ricostruire gli itinerari notturni del colonnello, dal giorno
in cui se ne era andato da Macondo alla testa di ventun uomini verso una
ribellione chimerica, finché non era tornato per l’ultima volta nella coperta
indurita di sangue. Aureliano Secondo non si lasciò sfuggire l’occasione di far
festa con i cugini con una strepitosa gozzoviglia di champagne e fisarmonica,
che si interpretò come una ritardata sistemazione di conti col carnevale
sciupato dal giubileo. Fecero a pezzi mezzo vasellame, distrussero i rosai
inseguendo un toro per dargli di cappa, uccisero le galline a schioppettate,
obbligarono Amaranta a ballare i valzer tristi di Pietro Crespi, riuscirono a
fare infilare un paio di pantaloni da uomo a Remedios la bella per farla salire
sulla cuccagna, e fecero entrare in sala da pranzo un maiale spalmato di sugna
che buttò per terra Fernanda, ma nessuno si lamentò dei danni, perché la casa
fu scossa da un terremoto di buona salute. Il colonnello Aureliano Buendia, che
sule prime li aveva ricevuti con diffidenza e aveva messo perfino in dubbio la
filiazione di qualcuno di loro, si divertì alle loro mattane, e prima che se ne
andassero regalò a ognuno un pesciolino d’oro”.
E’ difficile spiegare a parole “Cent’anni di solitudine”: è
come un gigantesco affresco, dalla potenza evocativa infinita, che ognuno può
declinare a modo suo, attraverso le proprie sensazioni: non per niente ha
influenzato per anni diversi artisti, dall’inarrivabile Fabrizio De André ai
più popolari Modena City Ramblers, che pubblicarono un album proprio dedicato
al romanzo (album che ovviamente io possiedo ancora, ovviamente su cassetta,
quindi inascoltabile ormai…..!!!!).
Ispirandomi quindi alle atmosfere magiche di Macondo, che si
capisce trovarsi relativamente vicino alle coste caraibiche della Colombia, ho
provato ad immaginare i profumi che potevano uscire dalle cucine dei suoi
abitanti: per i muffins salati quindi avocado, peperoncino, lime e i gamberetti
a simboleggiare i pesciolini del Colonnello; per i mini-muffins dolci cocco,
caffè (quello colombiano pare essere il migliore al mondo) e un sentore di banana ad accompagnarli.
Ecco le
mie proposte per l’ MTC di Novembre: i muffins del Colonnello Buendía.
MUFFINS
AI GAMBERETTI, LIME E PEPERONCINO
Per 12 pz. (n.b. utilizzare tutti gli ingredienti a
temperatura ambiente)
300gr farina 00
Sale fino (mezzo cucchiaino)
8gr lievito in polvere per salati
Un pizzico di bicarbonato
2 uova
50gr di polpa di avocado ridotta in purea
5 cucchiaio di olio evo
120gr netti di gamberetti sbollentati
Per la marinata dei gamberetti
Succo e scorza di 1 lime
1 piccolo peperoncino rosso fresco
Olio evo qb
Sale
Poi: 1 spicchio di aglio tritato e prezzemolo qb.
Cominciare dalla marinatura dei gamberetti: il giorno prima
creare un’emulsione con l’olio, il succo e la scorza grattugiata del lime, sale
e peperoncino fresco tagliato fine (compresi i semi) ed aggiungere i gamberetti
precedentemente sbollentati: mescolare, chiudere il contenitore, porre in frigo
e lasciare riposare fino al giorno dopo.
Il giorno prescelto estrarre il contenitore dal frigo,
aggiungere l’aglio tritato e il prezzemolo e fare stemperare.
Quindi in una ciotola setacciare tutti gli ingredienti
secchi per l’impasto; aggiungere quindi i liquidi, compresa la purea di
avocado, e mescolare (con i famosi 10 giri di cucchiaio) fino ad ottenere un
composto omogeneo. Quindi incorporare delicatamente i gamberetti scolati
dall’emulsione.
Quindi
estrarre e fare raffreddare su una gratella.
Ottimi per un aperitivo sfizioso, colpiscono prima con il
profumo di lime e poi con il sentore di gamberetto e la sferzata di
peperoncino.
Li ho
accompagnati con una freschissima guacamole.
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MINI-MUFFINS
AL COCCO E CAFFE’
Per 24 pz. (n.b. utilizzare tutti gli ingredienti a
temperatura ambiente)
200gr farina 00
80gr farina di cocco
100gr zucchero di canna integrale
½ cucchiaino di bicarbonato
8gr lievito per dolci
Un pizzico di sale
2 cucchiaini rasi di polvere di caffè
100ml latte
100gr burro morbido
2 uova
In una ciotola versare la farina di cocco, quindi setacciare
gli altri ingredienti secchi, compresa la polvere di caffè; aggiungere i
liquidi e mescolare fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo.
Versare
nei mini-pirottini e cuocere in forno
preriscaldato a 180° per circa 20 minuti.
Estrarre,
porre su una gratella a raffreddare e volendo accompagnare con chips di banana
e una tazza di caffé o té.
Per le chips di banana, che possono essere uno stuzzicante
snack anche per i bambini, le indicazioni sono puramente indicative, perché
grazie alle intemperanze del mio forno mi si sono bruciacchiate quasi tutte…
Comunque: tagliare la banana a rondelle sottili, cercando di
farle della stessa larghezza, quindi disporle sulla carta forno, spruzzarle con
qualche goccia di limone e cuocere a 150°/160° per circa 50/60 minuti.
Inutile
dirlo, ma lo dico: controllarle spesso!!! Devono asciugarsi e risultare
croccanti.
Con queste proposte partecipo sull'onda dei ricordi all' MTC di Novembre:
Un libro che ho divorato ed amato e due interpretazioni interessantissime: belli, belli, belli!
RispondiEliminaGrazie Giulia, por siempre Gabo!!!!
EliminaChi non porta nel cuore questo libro è perchè non lo ha letto!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaBelle interpretazioni, chissà come sarebbe quella banana affumicata magari con foglie di caffè!!:))
Cosa non darei per scoprirlo......mi metto a caccia, devo sapere se si possono usare le foglie del caffè!!;)))
Ecco Fabiana, tu vieni da un altro pianeta....o forse da Macondo!!!!
EliminaA me certe idee non vengono neanche per sbaglio....
Grazie!!
Hai fatto due muffins fantastici. E non poteva essere diverso vista la fonte di ispirazione (letto non so quante volte) e la tua bravura.
RispondiEliminaFin qui tutto normale, se non fosse per tanti piccoli particolari che hanno reso le tue ricette veramente speciali.
Penso alla marinatura dei gamberetti, e l’abbinamento col lime e peperoncino (questi li provo!!), nella versione salata.
Penso alla polvere di caffè, alla farina di cocco e a quelle golosissime chips di banane per la versione dolce.
Grandissima!!
Grazie infinite!
Ma de cheeee?!?!?!
EliminaGrazie ovviamente a te!!!
Le tue ricette-base rendono i muffins semplici da fare e specialissimi da gustare, grande Francy!!
non potevano che uscire dei capolavori bravissima sono uno spettacolo
RispondiEliminaGrazie mille Veronica!!
EliminaNon conosco il libro, ma ho adorato fin da subito entrambe le ricette.
RispondiEliminaQuei sentori caraibici, che be si distinguono l'uno dall'altro, sia nei dolci che nei salati, devono essere idilliaci e da assaporare ad occhi chiusi sognando di stare su una bianca spiaggia all'ombra di un ombrellone di banano! Complimenti
Che bella immagine Monica, in una giornata come oggi è quello che ci vuole!!
EliminaFelice di avertela suggerita, e mi raccomando: leggi il libro!!! ;-)