Come anticipato durante il mio tris a base di farina dicastagne, eccomi arrivare con un’altra (ultima stavolta, giuro!) proposta per l’
MTC di questo mese: cara Serena Pici&Castagne, hai voluto le
castagne?!?
E ora sono tutti fatti
tuoi!!!!!!
Visto il numero imbarazzante di ricette già pervenute (e
mancano ancora dieci giorni alla fine della gara…..), non vorrei proprio essere
nei panni della giuria…… Io mi sarei già persa, di sicuro.
Ma che volete farci? E’ la febbre da MTC, altroché influenza
stagionale.
Quella
deve ancora arrivare, noi la febbre da gara ce l’abbiamo sempre!
Vi avevo quindi minacciate, e ora mi paleso con la quarta
ricetta, nata, non ci crederete ma giuro che è vero, da un’esigenza che sentivo
dentro: visto che le altre proposte mi sembravano tutto sommato molto semplici
e un po’ poverelle (nonostante poi invece i vostri commenti mi abbiano
ampiamente ripagata e fatta ricredere) ho pensato di proporre anche un piatto
più tipico, e un po’ più “di sostanza” se vogliamo.
E se penso alla farina di castagne, che amo particolarmente,
la prima cosa che mi viene in mente è la pasta fresca.
A me che non sono
proprio pasta-dipendente, ma che invece preferisco gustarla ogni tanto, da un
estremo all’altro: o in versioni un po’ fuori dall’ ordinario oppure basic, al
pomodoro, o con burro e formaggio.
Le tagliatelle di castagne le adoro, e perciò mi sono
sentita quasi in dovere di omaggiare questo primo piatto… Insomma, se non lo
facevo non ero in pace.
E volete forse farmi arrovellare nel rimorso?!? Certo che
no!
E allora,
armata di mattarello ho tirato la mia sfoglia e ho formato una bella spianata
di tagliatelle.
Per accompagnare il loro gusto particolare e vagamente
dolciastro ho scelto di fare un pesto di salvia: con le stesse modalità del
nostro meraviglioso pesto al basilico, si ottiene una crema profumata e
aromatica che si sposa benissimo con il retrogusto delle castagne.
Per finire, una sferzata di sapidità: una grattugiata di
Sarazzu, ricotta salata stagionata tipica della Val d’ Aveto,sulle montagne
qua, dietro l’angolo: a 40 km dal mare si arriva fino a 1600/1800m di
altitudine, e si scia pure…. Non lo sapevate?!? Sapevatelo!!!
Il Sarazzu (o, in lingua avetana, zarazzu) si ottiene dal
siero dell’altro tipico formaggio locale, il San Sté (da Santo Stefano d’
Aveto, la “capitale” della valle!), e viene poi salato e fatto stagionare, in
modo da rendere la sua conservazione più duratura. Ottimo da gustare da solo,
per accompagnare la polenta o per arricchire i piatti di pasta. Detto, fatto.
Curiosità: il nome Sarazzu deriva proprio dalla parola “siero”,
e altre analoghe preparazioni si possono trovare nelle zone alpine di confine
tra Italia e Francia, in versione francese il “Serac” e in versione italiana,
piemontese/valdostana il “Seirass”.
Ora mi
fermo, che c’ho il colesterolo ballerino e solo a scrivere di formaggi mi si
deturpano le analisi…….!!!
TAGLIATELLE DI CASTAGNE CON PESTO DI SALVIA E SARAZZU
GRATTUGIATO
Per 2 porzioni abbondanti
Per le tagliatelle:
200gr farina 0
100g farina di castagne ben setacciata
150ml circa di acqua tiepida
Sale
Per il pesto di salvia:
una manciata di foglie di salvia (circa una trentina)
1 spicchio di aglio
30gr di pinoli
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
Olio evo qb
Sale
Sarazzu per terminare
Preparare la pasta: mescolare bene le due farine, aggiungere
il sale; formare la fontana, aggiungere l’acqua e cominciare a incorporare le
farine a poco a poco. Lavorare fino ad ottenere un impasto liscio e morbido.
Fasciare nella pellicola e fare riposare in frigo per almeno
mezz’ora.
Intanto preparare il pesto di salvia: chi ha voglia di fare
la brava e scrupolosa massaia di una volta si armi di mortaio, pestello e olio
di gomito.
Chi, come me, si avvicina di più al modello di
casalinga-disperata, tiri fuori il fido frullatore ad immersione e proceda a
frullare tutti gli ingredienti, ad esclusione del sale: regolare a composto già
formato (deve avere la consistenza del classico pesto genovese al basilico).
Conservare in frigo fino all’utilizzo: lo renderemo più
cremoso ed omogeneo aggiungendo un po’ di acqua di cottura della pasta.
Preparare le tagliatelle: dividere in 2 o 3 parti e stenderne una
per volta su un piano infarinato.
Una volta stesa sottilmente, cospargere con altra farina,
arrotolare e tagliare con un coltello a lama lunga a circa 5/6mm di larghezza.
Srotolare le tagliatelle e farle asciugare per almeno mezz’oretta.
Cuocere
in abbondante acqua salata, con un filo di olio per evitare che si attacchino:
scolare, condire con il pesto e terminare con una grattugiata di Sarazzu.E con questo piatto mi sento finalmente soddisfatta e partecipo ancora all' MTC di Novembre!
ooooh, io il sarazzu non lo conoscevo per niente! ma che ricetta hai creato?
RispondiEliminala pasta fresca preparata con la farina di castagne mi piace e anche moltissimo, e poi so bene che non è facile da preparare, perciò meriti tutti i complimenti che ti posso fare!
la salvia con le castagne sta benissimo e creare un pesto di salvia è stat davvero una grande idea!!!
ma quanto sei stata brava in quetso mtc? sono onorata e inorgoglita dalla tua partecipazione : )) hai "sfornato" una ricetta migliore dell' altra!
bravaaaaaaaa
Ma grazie a te Serena!!!!
EliminaNon potevi scegliere argomento migliore per esaltare i piatti semplici!!!
Onorata sono io se le mie proposte ti sono piaciute!
In bocca al lupo per il tuo MTC!
M dai non conoscevo questo sarazzu....assomiglia tantissimo alla Ricotta salata che qui usiamo abbondantemente con la Pasta alla Norma, ma vedi un po' quante cose imparo ogni volta con l'MTC, baci Flavia
RispondiEliminaCiao Flavia!
EliminaE sì, in effetti le due ricotte salate sono sicuramente parenti strette: dal nord al sud, c'è pieno di cose buone da noi, senza dubbio!!!
Grazie per la visita!
Senti, le tagliatelle di castagne le conoscevo già, ma col pesto alla salvia mi hai conquistata!!! E' una di quelle idee saporitissime e geniali, che regalano gusto con pochi, semplici ingredienti. E siccome ho già sperimentato che la salvia sta divinamente con le castagne, non so immaginare un accostamento migliore. La grattugiata finale di sarazzu, poi... Questo piatto è da replicare. Assolutamente. E... faccio il diavoletto tentatore, ma... possiamo fare 5 ricette al massimo, perché non ti vali della licenza? Finora sei andata alla grande!!! ;-)
RispondiEliminaUssignur..........non mi tentare!!!!!!!
EliminaIl 28 è ancora lontano.......................
Grazie Mapi, prova questo pesto: è davvero una scoperta!!!
Ed ecco un'altro piatto appetitosissimo. Meno male che ci hai detto cos'è il Sarazzu che proprio non conoscevo. Molto azzeccata la scelta del pesto alla salvia che smorza e corregge il sapore delle tagliatelle. A presto
RispondiEliminaGrazie Andrea! Eh sì, il Sarazzu meritava una presentazione degna, è una roba che da assuefazione immediata!!!! ;-)
EliminaIO TI ADOROOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!! bello maiuscolo, in barba alla netiquette o come cavolo si chiama! e facciamoli un po' conoscere, u sarazzu e la formaggetta di San Stea, e diciamolo, che abbiam poca roba, qui in Liguria, ma ci tiriam fuori delle meraviglie..
RispondiEliminaora ritorno in me, prometto.. ma mi scalda il cuore questa tua proposta, guarda... mi scalda il cuore. Al punto che son quasi decisa ad aprire i miei confini genovesissimi al pesto di salvia, pensa un po' che roba... :-) Grande Viviana, è la tua gara- e si vede!
Ahahaahaha!!!! Grazie Alessandra, troppa grazia!
EliminaIl Sarazzu parla da solo, è inutile.... magari parla dialetto un po' stretto, ma si fa capire lo stesso!!!
E se riesco a tentarti col pesto alternativo, sono già moooooolto contenta!! ;-)
Mi piace da morire questa tua ricetta. Il pesto di salvia con le tagliatelle alle castagne ci sta divinamente e questa spolverata di sarazzu è una genialata.
RispondiEliminaBravissima!
Grazie mille Mari!!!
EliminaOttime! Non conoscevo il sarazzu, grazie :-)
RispondiEliminaCristinaG