Settembre.
Il mese del “ricomincio”.
Dopo gli ozi agostani è tutto un più o meno traumatico
ritorno alla routine quotidiana.
Innanzitutto torna la sveglia puntata ad un orario improbo,
che mi permette però di avere circa 30 minuti di pace durante i quali rendermi conto
che da lì a poco dovrò interagire col mondo.
Poi via con le corse mattutine, molla figlio #1, molla
figlia #2, via in ufficio, lavora un po’ già che ci sei, esci e continua con la
“vera” giornata fatta di tante altre amenità che tutte noi conosciamo!!
Per lo meno però “noi” abbiamo anche un efficace diversivo
che corrobora le nostre meningi: pensare alla ricetta per l’ MTC del mese!
E a settembre si torna con l’edizione numero 67 : regina del mese niente-popo-di-meno-che
Cristina di Poveri ma belli e buoni che per la sfida mensile non poteva che proporci la pasta
col pesce!!!!
Inutile dire, per i pochi che non la conoscono ancora, che
il suo blog è un inno al pesce e a tutta la cultura che ci ruota intorno, per
cui se avete dubbi, curiosità, voglia di piatti di mare in infinite versioni
andare a leggere le opere di Cristina è come farsi una crociera tra i piaceri
che il nostro mare può offrire.
Ora, io ho già dato una “sbircia” tramite facebook alle
ricette già pubblicate…. E ho visto cose che voi umani non potete neanche
immaginare.
Io però, come spesso mi capita, rappresento la brusca
frenata dell’escalation, perché (abbiate pena di me) la mia vena creativa
culinaria si esaurisce nel breve volgere di un “mamma-mamma-mamma-mammina-mammuccetta-ma
dov’è la mammaaaaaaaaaa?!?!!?”.
Cioè: la cucina necessità anche di silenzi, meditazioni,
esperimenti.
Ce li vedete gli Oldani, i Cannavacciuoli, i Cracchi (non ne
parliamo)… che creano e spadellano con marmocchi urlanti tra i piedi, tra un
pannolino e l’altro?!?
Io no.
Però io sì.
Quindi, portate pazienza, la mia proposta non è niente di
creativo, ma è un’onesta cena di un sabato sera settembrino, frutto di un
pensiero poi concretizzatosi nella vetrina di una pescheria (ovviamente molto
rapidamente).
Le canocchie (o cicale di mare): parenti “sfigate” degli
scampi, sono ottime, insaporiscono i
sughi a meraviglia (e pungono come delle disperate).
I moscardini: un grande classicone, un po’ splatter da
pulire, ma una volta tagliuzzati danno un bell’effetto visivo nonché gusto e
consistenza al piatto.
I pici: tradizionalmente più abbinati a sughi di carne, ho
voluto provarli in veste ittica, e devo dire che alla fine il palato ha gustato
una proposta leggera ma allo stesso tempo “bella piena”.
Il Marsala a sfumare il sugo, donando una vena aromatica tendente
al dolce a completamento del piatto.
PICI DI MARE CON CANOCCHIE E MOSCARDINI AL MARSALA
400gr di canocchie
600gr di moscardini
½ cipolla di Tropea
1 spicchio di aglio
Una decina di pomodorini (molto maturi)
Marsala
Sale, peperoncino, olio evo
Pici
Prima di tutto ho lavato canocchie e moscardini sotto acqua
corrente.
Quindi ho inciso il dorso delle canocchie con un coltellino
molto affilato e ho tagliato le teste dei moscardini a striscioline (dopo
averli eviscerati e sciacquati); i tentacoli invece li ho lasciati interi.
In una padella grande su fuoco medio ho versato due giri
abbondanti di olio evo, ho aggiunto la mezza cipolla tritata, ho lasciato
sfrigolare un minuto poi ho aggiunto lo spicchio di aglio tritato.
Ho lasciato soffriggere, poi ho aggiunto i moscardini e li
ho lasciati cuocere, mescolando di tanto in tanto, per qualche minuto. Poi ho
aggiunto le canocchie: ho alzato un poco la fiamma, mescolando il tutto e, dopo
qualche minuto, ho sfumato con il Marsala. Due giri generosi, per creare un bel
liquido brunito: ho lasciato andare a fiamma vivace fino a che non si è
addensato un po’.
Poi ho aggiunto i pomodorini: gli ultimi dell’orto, quelli
che più di tutti hanno assorbito i raggi del sole, praticamente già “confit”
sulla pianta!
Tagliati in quarti, aggiunti a dare il tocco saporito in
più: a questo punto ho abbassato la fiamma, regolato di sale e aggiunto un po’
di peperoncino essiccato (quantità a
seconda dei gusti, ma non esagererei…).
Ho lasciato cuocere fino a che i moscardini si sono
ammorbiditi e le canocchie hanno rilasciato bene i loro sapori (e un po’ di
polpa è fuoriuscita andando ad arricchire l’intingolo).
Nel frattempo ho cotto i pici in abbondante acqua
salata: giunti quasi a cottura li ho scolati direttamente in padella, versando
anche un po’ di acqua di cottura: ho proseguito quindi con la mantecatura della
pasta nel sugo per un paio di minuti, ultimando la cottura.
Di sicuro niente di innovativo, ma certamente un buon piatto
di pasta (che a volte non è mica così scontato….!!).
Grazie a Cristina con questa ricetta partecipo all' #mtc67 :
L'idea è ottima di abbinare moscardini e canocchie e anche l'uso dei pici mi piace con un sugo corposo come questo. Adoro le cicale di mare! Però attenzione ai tempi di cottura, cuociono im pochi minuti, avresti dovuto metterle proprio da ultimo e meglio ancora se ne avessi sgusciata buona parte a crudo, spremendo tutto il succo nel sughetto schiacciando bene teste e chele (che goduria). metterle tutte intere nel sugo, rende difficoltoso mangiarle. Io ne sguscio una buona parte (e spremo bene tutto) e ne lascio solo qualcuna con il guscio, tagliata a metà, per decorazione e per il piacere di succhiare la polpa bucandosi sì la bocca ma il giusto. L'insieme poi mi sembra molto dolce, col marsala e i pomodori maturissimi e la cipolla. Eviterei il marsala, userei anche l'aglio insieme alla cipolla e darei una rinfrescata con un'erba aromatica, classico prezzemolo ma anche il basilico ci starebbe bene. Grazie per la proposta!
RispondiEliminaGrazie Cristina, un'analisi precisa, come mi aspettavo del resto!! Alla fine le cicale si sono comunque ammorbidite e le abbiamo spolpate per bene!!
EliminaAvevo in mente anche il basilico, ma naturalmente me lo sono dimenticatoooo!!! 😀😀
Grazie per i consigli!!
Hai ragione, sai? Nessuno dei grandi chef potrebbe creare in cucina se i pargoli lo chiamassero di continuo! E poi, come sono solita dire, i piatti migliori sono quelli che prevedono pochi ingredienti, ma buoni e preparati bene. Proprio come hai fatto tu con questa pasta, di cui apprezzo gli abbinamenti. Sai perché io ho scartato le cicale? Perché le vendono vive, e poverine, mi fanno pena. Non so perché gli astici me ne facciano meno, ma tant'è...
RispondiEliminaUn abbraccio!
eheheh!! A dire il vero le mie cicale erano freschissime, ma già trapassate!!
EliminaGrazie Mapi!!
E poi la foto dello spadellamento della pasta dice più di mille parole!
RispondiEliminaehehehe!!! l'operatore in realtà è stato il papà, io ho colto l'attimo fotografico ;-)
Eliminabellissima proposta davvero!!!
RispondiEliminaGrazie Lisa, ci ho provato, as usual!!
EliminaEccomi! come sempre,leggerti è un vero piacere. E lasciatelo dire da una che ha celebrato da anni il funerale della diplomazia: non so se a saper cucinare sono in tanti,ma di sicuro a saper scrivere sono veramente in pochi. E leggere qualcosa di ben scritto è un toccasana per lo spirito. Cristina ha già analizzato la ricetta dal punto di vista tecnico (e pure ottimo e abbondante :) Io mi limito a dire che con i suoi suggerimenti questo piatto può trasformarsi in una splendida pasta di pesce, con il mare che fa davvero da protagonista,esattamente come chiedevamo in questa sfida. L'idea è buona e manca davvero poco per renderla ottima :) Brava!
RispondiEliminaThank you thank you thank you Grande Capa!!
EliminaAnche io faccio pena in quanto a diplomazia, per cui mi fa ancora più piacere il tuo commento!! :-D
Cremina succulenta, ricetta da provare al più presto. Complimenti :)
RispondiEliminaIn effetti la scarpetta qui si è resa necessaria!!!
EliminaGrazie mille!!