Ogni tanto vengo presa da voglie alimentari preponderanti, e
anche un tantinello invasive: non so come mai, a ripensarci non mi capitava
neanche quando avevo la pancia ripiena di Pargolo e dovevo per forza evitare
cibi specifici.
Si vede
che inconsciamente devo recuperare quei nove mesi di ligia (più o meno)
alimentazione, anche se a distanza di qualche anno... Vai te a sapere come ragionano corpo e mente
(se mai ragionano… non ci metterei la mano sul fuoco……!!).
Fattostà che nel giro di pochi giorni mi è venuta prima voglia
di: cucina mediorientale. Nella fattispecie cucina libanese, che –ahimé- non ho
ancora avuto modo di provare in qualche ristorante, ma della quale leggo spesso
cose succulente.
Qui da noi non c’è offerta di questo tipo, ed in attesa di
provare allora qualche ricetta fatta in casa, mi sono dovuta accontentare, e
ripiegare in quattro e quattr’otto sull’onnipresente kebab. Che comunque,
nonostante tutte le critiche e i dubbi che può suscitare, a me piace sempre. E
quel giorno proprio ci stava a pennello.
Placata la fame kebabbiana, sono stata quindi nuovamente
assalita da bisogno di cucina etnica.
Questa volta tutto sommato più delineato e circoscritto:
cucina messicana, nello specifico: la guacamole.
Aaaahhhh. Quanto mi piace la guacamole.
Un intingolo delizioso, imprescindibile dall’accompagnamento
di fajitas e nachos, ma non solo.
Secondo me può star bene un po’ con tutto, basta
naturalmente amarlo alla follia.
Come faccio io.
In effetti, è una di
quelle cose che o si amano, o ci lasciano abbastanza indifferenti.
Io, facendo parte della prima categoria, quando vado al
messicano me ne mangerei dei barili, insieme alla panna acida e ai jalapenos
ripieni di formaggio e fritti. Tanto per non farsi mancare niente.
Spendiamo quindi due parole anche per l’avocado: trattasi
tecnicamente di frutto, ampiamente presente nel continente americano, dove se
ne coltivano numerose specie.
Qui da noi si trovano abbastanza facilmente nei
grandi supermercati e i più buoni sembrano essere quelli piccoli (grosso modo
un pochino più grandi di una pera): sono frutti abbastanza grassi (ma
contengono in maggioranza grassi salubri) e sono ricchi di minerali.
Hanno un sapore delicato ma particolare, che non essendo
assolutamente troppo dolce lo rende ampiamente utilizzabile anche in versione “salata”,
tipo per insalate, per accompagnamento ai formaggi, o nella rinomata versione “guacamole”.
Concludo il mio “trattatello” sull’avocado ricordando le sue
origini, chiaramente centroamericane, in particolar modo azteche: il nome della salsa guacamole infatti
altro non è che la traduzione di una pietanza azteca chiamata “Ahuacam Olli”,
in pratica salsa (olli) di avocado (ahuacatl).
Che dire,
questi Aztechi la sapevano lunga. Fra cacao, pomodori, patate, mais e guacamole,
chissà che fiorire di ristoranti messicani……………………!!!!!!!!
GUACAMOLE
2 avocado maturi
2 pomodori sodi (non
troppo grossi)
1 lime
1 spicchio di aglio
1 piccola cipolla
2 / 3 cucchiai di olio evo
Peperoncino, sale,
succo di limone qb
Pelare gli avocado, togliere il nocciolo e tagliarli a
pezzetti. Quindi frullarli per ridurli
in poltiglia.
Tritare la cipolla e l’aglio; tagliare i pomodori a pezzetti
piccoli dopo avere eliminato i semi.
Aggiungere il tutto alla crema di avocado.
Infine aggiungere: il succo e la scorza del lime, il
peperoncino (se lo trovate fresco è meglio, altrimenti usare quello in polvere
ma a piccole dosi, assaggiate!!) e mescolare bene.
Regolare quindi di sale ed eventualmente aggiustare il grado
di acidità con qualche goccia di limone.
Coprire e
fare riposare almeno un’oretta, o anche tutta la notte in frigo (meglio
ancora!).
Nota: qualche versione prevede l'uso del pepe nero anziché del peperoncino; qualche altra li prevede entrambi.
Non potendo consultare un ricettario di cucina azteca, provate la versione che vi ispira di più!
Buona giornata!
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